Quell’ansia che mi blocca!

A volte capita di sentirci in uno stato di agitazione perenne che ci fa stazionare in una condizione di insofferenza, tensione e malessere che non riusciamo a definire e circoscrivere, né ad attribuire ad un evento o situazione specifici. In queste situazioni, la preoccupazione e la paura non hanno un oggetto riconoscibile e sono accompagnate da un’accelerazione delle funzioni fisiologiche quali battito cardiaco, sudorazione e respiro, che non ci spieghiamo. È come se dovessimo essere pronti ad affrontare un pericolo imminente, anche se non c’è nessuna minaccia che possa giustificare tale stato di tensione. Tale condizione deriva da una funzione adattiva del tutto naturale. Di fronte a pericoli fisici, il nostro corpo si prepara per difendersi. Le reazioni sono rapide e preparano l’organismo a combattere o a fuggire.

In condizioni particolarmente stressanti o di difficoltà, il nostro corpo si comporta in maniera ancestrale e, anche quando non c’è un pericolo reale, tende ad azionare quei meccanismi inconsci che ci fanno provare quelle sensazioni che definiamo ansiose. In realtà l’ansia che proviamo deriva da un conflitto che avviene a livello psichico. Casa, partner, figli, lavoro, traffico, bollette, genitori, vita familiare e sociale, possono diventare fonte di preoccupazione e portare il nostro corpo a mettersi sulla difensiva. Si può perdere il controllo delle proprie emozioni e sperimentare un senso di impotenza e di disagio. La paura e l’ansia non sono negative per noi, ma possono diventare poco adattive nel momento in cui ci catturano completamente e ci condizionano nella quotidianità. Quando un attacco acuto di ansia si protrae a lungo o è accompagnato da attacchi violenti di panico, probabilmente la nostra esistenza ne soffre e allora dovremmo, innanzitutto tenere a mente che non ci sono pericoli imminenti da cui doversi difendere e soprattutto che queste sensazioni non ci fanno morire.

È però molto importante farsi accompagnare da un professionista, affinché ci faccia uscire da questo circuito che, se non trattato, può cronicizzarsi e rendere la nostra vita e quella di chi ci è accanto, davvero pesante. Inoltre, lo stato perenne di iperattivazione del sistema neurovegetativo, alla lunga può davvero provocare delle alterazioni funzionali e compromettere la nostra salute a livello organico.

Un percorso psicologico può aiutarci a comprendere quali siano le problematiche che ci fanno provare preoccupazione o agitazione e insieme al professionista, provare a prenderne atto. Questo in genere può bastare a contenere l’ansia e ritornare a vivere più serenamente.

D’Agostino Marialuisa

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